Gli involtini di carne che, a Roma e nel sud Italia in generale, prendono il nome di braciole, fanno la loro prima apparizione nel lontano 1400 nel Libro de Arte Coquinaria scritto dal Maestro Martino da Como, cuoco e gastronomo italiano. Non solo rielabora ricette della tradizione ma ne inventa di nuove, segnando il passaggio dalla cucina medioevale a quella rinascimentale.
Nato in Val di Blenio, territorio all’epoca appartenente al Ducato di Milano, si trasferì a Milano dove prestò servizio alla corte di Francesco Sforza e affinò le sue tecniche culinarie ed il gusto. Trasferitosi a Roma al servizio del cardinale Trevisan, noto per i suoi banchetti, venne esaltato per la sua arte e la sua inventiva.
Gli involtini di vitello sono un secondo piatto di origine popolare che si presta a numerosi varianti a seconda delle tradizioni regionali o famigliari.
Consigliati sia per una cena in famiglia che con ospiti, gli involtini di vitello proposti si adattano ai palati di grandi e piccini per la semplicità degli ingredienti.
Ingredienti: per 4 persone (12 involtini di vitello)
250 gr di fesa di vitello tagliata sottile
180 gr di toma
250 gr di prosciutto cotto tagliato a fette sottili
2 cucchiai di olio extravergine d’oliva
50 gr di burro
Preparazione:
Prediligere fettine di vitello regolari e molto sottili.
Eliminare da ogni fettina eventuali parti nervose o grasse.
Stendere le fette di vitello sul piano di lavoro e posizionare su ognuna di esse una fetta di prosciutto cotto (o metà a seconda della grandezza) e un pezzetto di toma tagliata a bastoncino.
Arrotolare la fettina di carne su sé stessa e chiudere l’involtino con uno stecchino.
In una padella fare sciogliere il burro con l’olio e, quando prende un colore dorato, aggiungere gli involtini. Cuocere a fuoco medio girandoli per rendere la cottura e il colorito uniformi. Il tempo di cottura è piuttosto breve, quindici minuti al massimo.
Ottimi serviti con purè di patate insaporito con il fondo di cottura.