Giornate intense a Vinitaly 2017 che, ancora una volta, si è dimostrato un evento di successo.
Pubblico internazionale, operatori italiani ed esteri in crescita, grande presenza di appassionati grazie anche all’iniziativa Vinitaly and the City nel centro storico di Verona e nel comune di Bardolino.
Vinitaly si conferma il più importante salone internazionale per il vino e i distillati: degustazioni, convegni, seminari, incontri di formazione sul mondo del vino hanno caratterizzato l’edizione battezzata 50+1 di Vinitaly 2017, edizione che “rappresenta il primo e concreto passo del nuovo percorso di sviluppo che guarda al futuro dei prossimi 50 anni” come ha commentato il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese.
Non è stato facile scegliere fra le innumerevoli proposte delle aziende espositrici: l’incontro con Fiorenzo Siboni, proprietario de “Lenoteca” di Riccione, locale ricercato che propone vini di qualità, mi è stato di grande aiuto. La sua professionalità e competenza mi hanno guidato nella selezione delle aziende e dei vini che vi propongo oggi, e ringrazio Fiorenzo per la sua disponibilità e cortesia.
LE SCELTE DI GOURMAMA
LIESELEHOF
Werner Morandell, pioniere della viticoltura biologica in Italia, è alla guida della splendida tenuta situata a Kaltern in Alto Adige, ai piedi del Passo Mendola, zona colpita dal caldo vento Ora, che dona un clima quasi mediterraneo.
I suoi vitigni non necessitano di cure chimiche, sono ultraresistenti: ha iniziato a studiare ed esplorare già nel 1993 il modo per evitare gli antiparassitari e ora, dopo innumerevoli test, ha trovato il modo di produrre vino senza trattare chimicamente i suoi vigneti grazie al sapiente uso di erbe e spezie come concime.
Solaris, Bronner e Johanniter, questi i nomi dei tre vitigni che caratterizzano la produzione dell’azienda Lieselehof.
La tenuta è arricchita dal Museo delle Viti, a conferma della grande passione di Werner Morandell per il vino ed i vigneti: un percorso didattico attraverso più di 300 vitigni diversi provenienti da tutto il mondo.
° Vino del Passo: vitigno Solaris, vagamente simile al moscato, coltivato dai 700m in sù in terreno composto da argilla ferrosa e calcarea di colore rosso. Acidità vivace, aromi complessi di pesca, erbe selvatiche.
° Sweet Claire: vitigno Bronner, coltivato sopra i 400 m. Le viti crescono su un terreno argilloso e ghiaioso, disseminato di pietra calcarea.
Passito da uve essiccate in inverno. L‘uva viene pressata a febbraio. Si presenta in colore giallo-oro acceso con il bouquet di limone, mela cotogna e miele. Gusto delicato di pesca e menta con un‘acidità complessa.
FEUDO MONTONI
Presente a Vinitaly 2017 e sicuramente degno di nota anche Feudo Montoni che nasce nel 1469 ed una delle aziende vitivinicole più antiche della Sicilia.
Alla fine del 1800, il nonno di Fabio Sireci,attuale proprietario, acquista il Feudo attratto dalle particolari caratteristiche del territorio e dalla presenza di antiche piante di Perricone, Nero d’Avola, Catarratto.
L’azienda si estende nel cuore della Sicilia per circa 80 ettari in una zona di confine fra le province di Agrigento, Palermo e Caltanissetta, i terreni, sabbiosi o argillosi, sono esposti a levante ad un’altitudine di 500 – 700m.
Feudo Montoni coltiva uve che provengono da antiche piante “madri” e dalle quali vengono creati i nuovi vigneti con la tecnica dell’innesto su pianta selvatica o della propaggine.
Si seguono antiche tecniche di vinificazione tendenti, con raccolta amano delle uve vinificate entro 1 ora dal taglio. Viene praticata agricoltura biologica, pertanto le piante vengono concimate con letame e legno di potatura e viene favorita la crescita di erbe spontanee “buone” evitando così cure chimiche. Il posizionamento dei vigneti garantisce il soffiare di venti costanti che asciugano l’umidità che favorirebbe altrimenti l’insorgere di muffe e malattie.
° Vrucara Prephylloxera: vitigno Nero d’Avola, Vrucara é il nome del cru da cui proviene l’uva, prende tale nome poiché é diffusamente presente la vruca, in siciliano é il nome di un cespuglio che spontaneamente cresce intorno al vigneto. L’aroma mentolato miscelato con olio d’incenso di questa erba si ritrova successivamente nel vino.
Colore rosso rubino, intenso e persistente al naso con profumo fruttato di sottobosco, sentori di ciliegia sotto spirito e petali di rosa essiccata, in armonia con note speziate di vaniglia e balsamiche di eucalyptus, liquirizia ed olio d’incenso. Morbido e vellutato al palato, con note burrose, ben strutturato con prolungata persistenza aromatica al retrogusto. Tannini morbidi ed equilibrati.
° Perricone del Core: vitigno Perricone, Core é il nome del cru da cui proviene l’uva. Il nome trae origine da un vigneto da sempre chiamato dai contadini del luogo, Core. In siciliano, “core” significa cuore. Infatti, il vigneto visto dall’alto ha la forma di un grande cuore.
Colore rosso rubino con leggeri riflessi violacei. Note di prugna, confettura di frutti rossi, spezie, con note di cacao e liquirizia. Fresco, morbido e rotondo al palato con tannini tipici del vitigno, ben levigati.
POJER e SANDRI
L’azienda nasce nel 1975 dall’incontro di Fiorentino Sandri e Mario Pojer, spinti dalla comune volontà di produrre vini di gran pregio dai vigneti situati tra la Valle dell’Adige e la Val Cembra, sulla collina di Faedo a detta di molti inadatta per i vitigni: hanno dimostrato il contrario.
L’uva vinificata viene prodotta direttamente nei vigneti per la maggior parte di loro proprietà.
La loro filosofia è offrire un prodotto di qualità partendo dalla terra, rispettando la natura, le stagioni, il territorio, la zona, la vecchia regola contadina.
Il nuovo sistema di potatura adottato, ha lo scopo di ferire il meno possibile la vigna nella potatura, di allungarne la durata nel tempo e di renderla meno attaccabile alle varie malattie del legno, oltre che a portare la vite stessa ad una autoregolazione della produzione per migliorarne la qualità.
Una curiosità che merita di essere citata: fin dall’inizio è stata chiara la volontà di utilizzare delle etichette originali e fuori dal comune.
Con l’aiuto di un professore di arte e cliente, si avvicinano ad opere di pittori del rinascimento e in particolare la loro attenzione cade su Albrecht Dürer.
Diversi sono i motivi che li legano a questo artista. Nato a Norimberga del 1471, diventa uno dei più importanti pittori ed incisori dell’epoca. Per migliorare la sua tecnica si reca per due volte in Italia e impara a conoscere l’arte di Mantegna, Leonardo, Raffaello. All’epoca, per le continue esondazioni del fiume Adige, le vie di comunicazione erano sempre in quota e nel suo percorso verso Venezia, Dürer ha modo di passare per Faedo e di fermarsi in zona fotografando con i suoi acquarelli i paesaggi Trentini.
° Zero infinito: Solaris, nasce da uve lavate e asciugate, pressatura soffice in atmosfera controllata, fermentazione in acciaio con lievito naturale a bassa temperatura, imbottigliato mentre sta ancora fermentando. E’ un vino ancestrale a ZERO impatto chimico, sia in campagna che in cantina. Il metodo ancestrale genera anidride carbonica nel vino senza l’aggiunta di zuccheri, utilizzando esclusivamente quelli rimasti durante la prima fermentazione.
Vino bianco frizzante col fondo, dal colore giallo paglierino, profumo leggermente aromatico, floreale (fiori di sambuco, fiori di montagna), fruttato (mela golden, pera, albicocca, pesca, note fresche tropicali), gusto: fragrante e fresco. Il produttore consiglia, visto il deposito di fondo, di far decantare in caraffa o di agitare la bottiglia per chi ama la versione rustica contadina.
° Cuvée Extra Brut: Chardonnay, Pinot Nero – Uve selezionate da vigneti dedicati, scelta sapiente di blend unici, fermentazione ed invecchiamento in piccoli fusti di rovere a contatto del proprio lievito con l’effetto della “clessidra”, settimanalmente il vino
va rimescolato. La rifermentazione in bottiglia è fatta in primavera utilizzando vini base di due annate e di due varietà diverse, la sboccatura si effettua dopo non meno di 30 mesi di permanenza sui lieviti.
Vino di colore giallo paglierino carico, perlage molto fine dal profumo maturo, ricorda chiaramente i caratteri dello Chardonnay, con l’invecchiamento si riscontrano sentori di vaniglia, pate’ di mandorla, nocciola, fieno, muschio, pietra focaia.
Al gusto è estremamente secco, con molto carattere e una struttura importante.
CANTINE MARISA CUOMO
Fondata nel 1980 da Andrea Ferraioli, discendente da un’antica famiglia di vinificatori locali, acquista il marchio Gran Furor Divina Costiera per produrre un vino di altissima qualità recuperando i segreti dei suoi avi e la secolare tradizione vinicola del suo paese natio.
La selezione di uve nobili, la ricerca del giusto grado di freschezza ed umidità unito allo scorrere del tempo, vecchi segreti tramandati da vinificatori del luogo e tecniche di elaborazione all’avanguardia danno vita a vini di elevatissima qualità, stimati in tutto il mondo.
Andrea Ferraioli e Marisa Cuomo, con l’enologo Luigi Moio ed i vinicoltori dell’azienda, scelgono di puntare sulla qualità per distinguersi nel panorama dell’enologia italiana con vini dal sapore unico e straordinario come il territorio della costa di Furore.
Le viti, allevate prevalentemente a “pergolato” e spesso piantate sulle pareti rocciose verticali, si estendono su dieci ettari di superficie di cui 3,5 di proprietà.
I vini di Cantine Marisa Cuomo invecchiano in un’antica cantina scavata nella roccia di origine dolomitico-calcarea: un luogo affascinante, umido e fresco, che accoglie le barriques in legno di rovere francese. La vinificazione avviene secondo le più moderne tecniche, in un connubio di natura e tecnologia.
In un territorio come Furore, così caratteristico ed allo stesso tempo estremo, la cura delle viti e dell’uva diventa un lavoro completamente manuale.
° Furore bianco Fiorduva: Fenile 30%, Ginestra 30%, Ripoli 40%. Le uve vengono raccolte manualmente e giungono in cantina integre. Dopo pressatura soffice il mosto fermenta alla temperatura di 12°C per circa tre mesi in barriques di rovere.
E’ un vino dal colore giallo carico con riflessi oro. L’odore ricorda l’albicocca ed i fiori di ginestra, con richiami di frutta esotica. Al gusto è morbido, denso e caratterizzato da una importante persistenza aromatica di albicocca secca, uva passa e canditi.
° Ravello Bianco: Falanghina 60% e Biancolella 40%. Le uve raccolte manualmente giungono in cantina integre e vengono sottoposte a pressatura soffice. Stazionamento per 4 mesi in serbatoi di acciaio inox. Colore giallo paglierino con riflessi verdognoli e caratteristico profumo fruttato misto a note floreali. Sapore equilibrato sostenuto da una lieve nota acidula che ne accresce freschezza aromatica.